“Il paradiso perduto” di John Milton

Classico dei classici, paragonabile quasi alla Genesi biblica, Il paradiso perduto di Milton offre un dettagliato e struggente racconto del peccato originale umano, cominciato con il furto della mela dall’albero proibito dell’Eden. La storia è attinta ovviamente dalla tradizione cristiana, con qualche aggiunta ed elaborazione personale.

jhon milton il paradiso perduto

La ribellione dell’angelo Lucifero viene collocata prima della creazione del mondo, e l’Inferno descritto come un luogo completamente oscuro, situato nel nulla. L’autore immagina che la creazione dell’uomo da parte di Dio sia avvenuta a seguito di tale evento, con l’intento di donare ad un nuovo e più degno erede – l’uomo – il regno celeste. Ovviamente Dio si sbaglierà, perché il diavolo, invidioso, rovinerà i piani del Creatore inducendo l’umanità in tentazione e riuscendo a dannarla…Vi sono alcune situazioni poco chiare: Milton immagina che anche prima del peccato la coppia umana adempiva ai propri doveri coniugali praticando sesso, ma solo dopo il furto della mela conobbe la lussuria. Come potesse fare sesso senza lussuria, Milton non lo spiega.
In ogni caso, è sicuramente un’immagine di alta poesia il finale dell’opera, in cui la coppia di uomini, Adamo ed Eva, ormai peccatori e rassegnati al proprio destino, abbandonano il paradiso terrestre e si avviano verso il mondo. Soli, esitanti, con passo timoroso, mano nella mano, i due uomini, i due progenitori dell’umanità, escono per sempre dal loro paradiso, per entrare in una nuova realtà…

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