La meccanica dei miracoli/1
Come funzionano i miracoli? Un recente studio del professor Cole Miràk ha messo in luce i meccanismi e le dinamiche che sottendono a questi fenomeni, fino ad individuare la loro formula matematica. Ecco la sua relazione al convegno dei miracolisti statunitensi.

paolo dune

Cari colleghi, esimi scienziati e teologi, sappiamo tutti cosa sono i miracoli: irrazionali alterazioni delle leggi della fisica. Ma né la religione né la scienza hanno ancora capito come si svolgono ed a quali meccaniche soggiacciono. In questi anni ho sperimentato personalmente le possibili implicazioni dei miracoli, giungendo a formulare quella che costituisce la prima formula matematica del miracolo:

M = F + I x (<E).

Dove M (miracolo) è uguale a F (forza divina) più I (irrazionalità), per il minor consumo di energia. Ossia: tra più soluzioni possibili per realizzare un miracolo, il sistema sceglie quella che costa di meno in termini di alterazione dell’ambiente. Questo è il primo postulato miracolistico.
Prendiamo, ad esempio, il noto miracolo evangelico di Gesù che cammina sulle acque. Come si poteva realizzare? Si ipotizzano tre possibili soluzioni:
1)    Gesù rese il suo corpo più leggero e riuscì a galleggiare a pelo d’acqua privo di peso. Si trattò più propriamente di una levitazione.
2)    Gesù rese l’acqua più densa e dura, forse la congelò, riuscendo a camminarci sopra. Non sappiamo in che stagione si trovassero, ma se era estate sicuramente questo miracolo avrebbe incontrato serie difficoltà.
3)    Gesù si fece sostenere da un paio di angeli invisibili.
Sappiamo, da una fonte evangelica, che anche Pietro cercò di camminare con il maestro, e vi riuscì solo per qualche istante tenendolo per mano. Ma appena lo lasciò, cadde immediatamente in acqua.
Da questo dettaglio possiamo trarre alcune conferme: difficilmente Gesù aveva reso l’acqua ghiacciata, altrimenti avrebbe potuto congelare anche Pietro; inoltre, se gli angeli potevano sostenere Gesù, che era magro, difficilmente avrebbero sostenuto Pietro, che era robusto e si era appena abbuffato dei pani e dei pesci moltiplicati.
Dunque resta l’ipotesi n.1 che, tra l’altro, è quella più semplice. Gesù rese il suo corpo più leggero dell’acqua. Ma come?
Anche qui ci sono varie possibilità, come vedrete dal grafico alle mie spalle:
1)    Gesù rese l’interno del proprio corpo vuoto, fino a divenire una sorta di pallone gonfiato, che riuscì a galleggiare.
2)    Gesù ridusse lo spessore e la densità delle sue ossa e dei suoi muscoli, fino a rendersi quasi intangibile.
3)    Gesù deviò la forza di gravità nel punto in cui insisteva il suo corpo, creando una specie di atmosfera zero, che lo fece fluttuare.
Dico subito che questa ultima è la tesi che vedo più plausibile. Sicuramente la deviazione della forza di gravità costituisce l’elemento di minore caos per il sistema e di risparmio energetico.
Borbottii di approvazione da parte del pubblico. Poi il professore continua:
Per quanto riguarda la moltiplicazione dei pani e dei pesci, miracolo in parte analogo al precedente, è preliminare conoscere di quali pesci si trattava. Ipotizziamo i merluzzi, pesci leggeri e digeribili.  La domanda è: Gesù li creò dal nulla o li teletrasportò da un vicino mare?
In virtù della mia formula, dovette teletrasportarli. Per creare gli animali, secondo la Bibbia, ci vogliono cinque giorni. E dunque il teletrasporto è più pratico. Li trasportò ancora vivi o già morti? Crudi o cotti? La soluzione più ragionevole è che li trasportò morti, ma da poco, quindi ancora freschi. Dalle fonti evangeliche, risulta che nessuno dei presenti si lamentò del pasto.
Domanda dal pubblico: Ma come fece a teletrasportali? 
R: Probabilmente aprendo un varco interdimensionale che determinò un gorgo, una sorta di buco nero, che risucchiò i merluzzi per sputarli a chilometri di distanza nelle ceste di Gesù.
D: Ma come realizzò questo varco? O come fece a deviare la forza di gravità? 
R: Probabilmente, in entrambi i casi, creando una onda magnetica interstellare che alterò la rotazione della terra su quello specifico punto.
D: E come poté creare questa onda magnetica?
R: Ma, ragazzo, facendo un miracolo, ovviamente!
Applausi entusiasti dei presenti.
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