“L’ultimo viaggio di Dio” di James Morrow

Romanzo surreale e decisamente originale. Dio è morto, il Creatore è passato a miglior vita, e il suo corpo, lungo ben tre chilometri, galleggia nell’oceano dei mari del sud. Con un sorriso stampato sul volto. Con tale inizio si apre una delle storie più incredibili che siano mai state raccontate.

James Morrow

Antony Van Horn è l’ex comandante di una petroliera, che è stato responsabile anni prima di un disastro ambientale e che ora vive nel rimorso. Ed è proprio a lui che si rivolgono alcuni angeli superstiti chiedendogli di recuperare il corpus dei, per portarlo al polo nord, dove è stata scavata una apposita tomba tra i ghiacci destinata al suo riposo eterno.
Questo viaggio, che costituisce per Van Horne un’occasione di riscatto, viene finanziato dal Vaticano, il quale, tenendo nascosta la notizia del decesso, nutre la speranza di recuperare qualche cellula dal cervello del Creatore prima che inizi il processo di decomposizione.
Agganciato per le orecchie, il corpo di Dio viene così trainato della petroliera attraverso i mari, ma durante il viaggio diverse cose vanno storte: la nave è costretta a deviare per salvare un naufrago (“Quante cellule del cervello di Dio può valere una vita umana?”, si chiede Van Horne). E il naufrago, una bella donna femminista e atea, tenterà di sabotare la missione per motivi ideologici, prima di innamorarsi del comandante. Quindi la nave si arenerà, il corpo di Dio verrà bombardato, ecc…
Il romanzo è sicuramente ben riuscito. L’inverosimiglianza della storia è stata efficacemente inserita in un contesto realistico, aumentandone l’effetto paradossale. Memorabile è la scena in cui un teologo osserva il pene di Dio, domandandosene la funzione. Suggestiva la scena del sacerdote e della suora che danzano nudi nell’ombelico di Dio, finalmente liberi da ogni vincolo morale. Ingegnosa la scena in cui i membri della nave, per fame, sono costretti a cibarsi di parti del corpo di Dio… Ottimo, infine, è il personaggio di Van Horne, malinconico e introverso, con le sue continue docce per lavarsi dalla pelle l’odore di petrolio che da anni tormenta la sua coscienza…
Pur offrendo lo spunto per diverse riflessioni, il romanzo tuttavia non approfondisce l’aspetto teologico. L’autore lavora quasi interamente sulla trama, sempre ricca di colpi di scena e di trovate originali, sottovalutando le riflessioni filosofiche che la morte di Dio potrebbe stimolare. Sorprende ad esempio la quasi totale assenza riflessioni nei confronti della figura del diavolo o di quella di personaggi celesti.
Il finale è forse da discutere: invece di portare il cadavere di Dio in turné per tutto il mondo, come gli era stato suggerito, il comandante Van Horne accetta di lasciarlo sepolto tra i ghiacci, come vuole il Vaticano, mantenendo così l’umanità nell’illusione della sua esistenza…

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