28 marzo 2004
Da diversi secoli, l’umanità si trova ad affrontare il male del secolo. Gli acari. Fin dall’antichità gli uomini hanno sofferto di allergia agli acari. Giulio Cesare era notoriamente allergico e mandava sempre a lavare la sua tunica. Anche Michelangelo ne soffriva, e la sua opera omnia, un acaro gigante, rimase tragicamente incompiuta. Celebre la sua massima: “In ogni blocco di marmo c’è un acaro che vuole uscire, ma non è il caso di aiutarlo”, che ispirò molti scultori a cambiare mestiere.
Persino Gesù Cristo, da quanto afferma il Vangelo, soffriva di allergia agli acari. Fu proprio per questo che, dopo la morte, venne avvolto in un sudario di lino (il lino riduce la quantità di acari), per evitare che l’allergia potesse interferire con la sua risurrezione. Non a caso sulla Sacra Sindone è stato trovato di tutto: ma non acari. Sembra addirittura – ma queste sono leggende apocrife – che la Maria Maddalena si accorse della sua risurrezione perché lo sentì starnutire, mentre si avvicinava al Sepolcro. Ma che cosa sono questi acari? E cosa vogliono? Perché ce l’hanno con l’umanità? Si tratta di uno scontro di civiltà? Abbiamo provato a domandarlo ad un esperto acarologo, il prof. Frank Awati, un luminare del settore. Anche lui ovviamente allergico.
D: le ripeto la domanda professore, forse era distratto: che cosa sono questi acari?
R: Oh, bestiacce… (ne schiaccia una sulla scrivania) Il nome scientifico dell’acaro è antropofagus schifosus. Si tratta di un piccolo insetto, anfibio e ruminante, appartenente ad una famiglia di malaffare, che risale al protazoico. Per l’esattezza agli anni ’20 del protazoico.
D: Di cosa vive questo animale e dove si trova?
R: Oh, il maledetto… L’acaro si nutre di scaglie di pelle umana, di forfora, di ciò che gli passa la mutua. Ma sa apprezzare anche la buona cucina italiana. Inoltre l’acaro è in ogni luogo: gli antichi traci lo veneravano credendolo un dio! Invisibile, l’acaro ci osserva e ci ascolta. Mangia con noi, dorme con noi, fa sesso insieme a noi. Sembra che negli anni ‘50 la cia lo abbia usato come infiltrato nell’Unione Sovietica. Fatto sta che quando in Russia sono stati inventati gli acaricidi, la politica americana è entrata in crisi.
D: Ma che dimensioni ha?
R: Questa è una cosa curiosa: l’acaro è infinitamente piccolo (circa 1/3 di micron, per gli esemplari di media statura), ma nonostante questo è convinto di essere di dimensioni normali! Crede infatti che il resto del mondo sia semplicemente sproporzionato. Capisce che idea bizzarra? Abbiamo a che fare con un megalomane!
D: E quanti acari esistono al mondo?
R: La popolazione mondiale acara è stimata, secondo l’ultimo censimento, in circa 300 milioni di esemplari al metro quadrato, quelli dichiarati, di cui un terzo asiatici. Ma considerando tutti i probabili clandestini, i numeri possono raddoppiare… Si tratta di un esercito che, se volesse, potrebbe spazzare via l’umanità dalla faccia della terra con uno starnuto!
D: Come mai tanti?
R: Perché fanno sesso in continuazione! Infatti si dice “scopare come un acaro”. Ci sono 7 acare per ogni acaro e, pensi, tutte nello stesso centimetro! Così si divertono sempre…non hanno la nostra morale, si fanno gioco dei valori coniugali! (schiaccia un altro acaro sulla sedia). Questo ha smesso di fare festa sotto il mio naso.
D: Ma gli acari hanno un’organizzazione sociale?
R: Ovviamente, i bastardi sono organizzati in forma di teocrazia, e credono che il corpo umano sia infinito. Sono socievoli, ma infidi. Comunque anche se la loro società non conosce la disoccupazione, non significa che il loro sistema sia migliore del nostro!
(A questo punto il professore comincia a starnutire).
D: Sarà mica allergia?
R: (Annuisce mestamente) È il mio fallimento, sono sempre stato allergico alla polvere… E per questo combatto questi mostriciattoli. Me li ritrovo perfino sullo stetoscopio…(prova lo stetoscopio) Ecco, li sente? In questo momento c’è un’orgia in corso sul risvolto del mio camice. E non mi invitano nemmeno!
D: E’ vero che le allergie sono aumentate nella nostra società?
R: Il benessere e la televisione li hanno attirati! Un tempo si dormiva per terra o sui sacchi di paglia, mentre adesso l’uomo occidentale dorme in letti comodi e profumati, e gli acari vogliono beneficiarne. Sono dei parassiti!
D: Esiste un modo per eliminarli, per scongiurare questo scontro di civiltà?
R: L’ho indicato nel mio ultimo libro: “Acaro o morte”. Da anni lavoro ad alcuni progetti per la soppressione violenta degli acari. L’ipotesi di ricorrere all’eutanasia, per motivi umanitari, non mi convince. Alcuni colleghi idealisti vorrebbero ricorrere alla genetica: prelevare il dna dall’acaro e mischiarlo col dna umano. Così l’uomo sentirà il dna dell’acaro come proprio, e non avrà più allergia. Ma c’è un effetto collaterale: quelli che hanno sperimentato questa tecnica sono diventi acari. Il governo ha dovuto revocare i finanziamenti!
D: E l’alternativa?
R: Esiste un progetto compromissorio, diametralmente opposto, ma più semplice. Consiste nel rendere l’acaro allergico all’uomo. In questo modo l’acaro proverà quello che ha fatto provare a noi… Comincerà a starnutire, a grattarsi, e non potendo più vivere in mezzo alla polvere, sarà costretto ad emigrare. L’unica complicazione è di tipo tecnico. Occorre vaccinare l’intera popolazione acara, con un siero anti-uomo. E occorre trovare una scusa adatta, perché gli acari sono delinquenti, ma non stupidi!
(Il professore si rimette a starnutire e ad imprecare, colpendo con la paletta delle mosche i mobili circostanti.)
Lo ringraziamo, lasciandolo ai suoi preziosi studi.
P.S. A seguito della pubblicazione di questo articolo, alcuni acari hanno protestato denunciando una campagna di diffamazione contro di loro, orchestrata da forze politiche e sociali particolarmente allergiche.