L’ateo – trimestrale dell’UAAR

L’ATEO – Trimestrale dell’UAAR, luglio 2002

Paolo Dune, L’attenuante 666 (Romanzo teologico giudiziario)

Si tratta di un libro dalla lettura facile, scorrevole e che affronta sotto forma di romanzo giudiziario numerose contraddizioni legate alle credenze religiose. La storia si svolge nella Parigi attuale; il diavolo in persona viene catturato dalla polizia parigina e questo fatto coinvolge il Vaticano, i capi di Stato di tutto il mondo, i giornalisti, gli scienziati e, in generale, l’opinione pubblica. Alla cattura segue un processo complicato e che spazia dal definire se il diavolo sussista e quindi possa essere processato, alle varie colpe attribuite al demone dalla storia religiosa.
L’ambientazione e il periodo storico stridono con i luoghi comuni legati al diavolo e sono utilizzati in modo teatrale nel libro. Satana viene trovato in biblioteca, in una casa diroccata, durante un temporale, con la musica classica altissima suonata da un grammofono senza disco, sono presenti tracce di zolfo, orme caprine, serpenti, lui ha il tipico aspetto datogli dall’iconografia (zampe di capra, coda, ecc.). Tutto questo rende in modo chiaro l’inadeguatezza di queste credenze nel mondo moderno. In alcuni punti il contrasto tra questa ambientazione e cupa e teatrale e la realtà si fa più stridente e i due mondi si incontrano in frasi in cui Satana, in vestaglia nella sua biblioteca, con un serpente attorcigliato al braccio e con voce profonda, chiede alla polizia: “Cosa fate in tal luogo. Questa è violazione di domicilio”. Questo ed altri passaggi durante il processo mostrano una discreta dimestichezza dell’autore con la burocrazia ed i cavilli legali, fattori su cui si articola buona parte del racconto.  […]
Una caratteristica certa del libro è la fluidità, che permette una lettura veloce durante la quale vengono riassunte molte di quelle incoerenze ed evidenti falsità che la religione cattolica (ma non solo) tramanda da millenni e che, purtroppo, pur essendo chiarissime alla maggiora parte dei lettori de L’Ateo, rimangono poco evidenti a chi preferisce non chiedersi il perché delle cose e, soprattutto, preferisce non rispondersi in modo logico.
Emilia Venturato
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